LA VIOLENZA SULLE DONNE NON HA CONFINI… E SPESSO HA LE CHIAVI DI CASA!

A livello mondiale si stima che la violenza domestica sia causa di morte o di disabilità grave quanto il cancro e sia una causa di cattiva salute (per le conseguenze fisiche e psicologiche) più importante dei postumi degli incidenti stradali e della malaria combinati insieme. Già dal 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la violenza interpersonale come un problema di salute pubblica che può essere identificato e trattato precocemente, al fine di ridurne e minimizzare le complicazioni e la gravità delle ricadute sulla salute dei cittadini, evitando anche il ricorso ad inutili e costosi accertamenti diagnostici e/o visite specialistiche. La violenza rappresenta un determinante sociale della salute fisica e mentale della donna, a fronte del quale i sistemi sanitari hanno risposto finora con lentezza.

La nostra principale attività sociale è rivolta a formare, sensibilizzare ed informare sanitari e laici sul tema della violenza domestica e maltrattamento sui minori, in modo tale da trasferire, con il nostro metodo, competenze per diventare sentinelle attive. Quest’ultime saranno in grado sia di riconoscere precocemente le varie tipologie e manifestazioni di violenza che di fornire consigli utili alla vittima, anche sulle strutture territoriali competenti; inoltre saranno capaci di condurre un colloquio efficace con la stessa vittima. È assunto che il personale sanitario e i Medici delle Cure Primarie ai quali in particolare ci rivolgiamo (Medici di Medicina Generale, Pediatri di libera scelta, Medici di Continuità Assistenziale, Medici del Servizio di Emergenza-Urgenza Territoriale 118), si trovino infatti in una posizione unica per intercettare e rispondere alla domanda di salute e psicosociale della donna vittima di violenza e del bambino vittima di abuso diretto o di violenza assistita, ma non è usualmente addestrato a svolgere questo compito.

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